Le gambe delle donne
Gambe famose

Vikki Dougan

Chi l’ha detto che per essere seducenti bisogna sempre mostrare il davanti? Vikki Dougan, nata Edith Tooker nel 1929 a Brooklyn, ha rivoluzionato il concetto di sensualità femminile negli anni ’50 con una geniale inversione di prospettiva: invece del classico décolleté, lei puntava tutto sulla schiena nuda. Una strategia che le valse il soprannome di “The Back” e una fama che attraversò i decenni.

La sua storia inizia come tante altre: una ragazza di provincia che sogna Hollywood. Ma Vikki aveva capito una cosa fondamentale: in un mondo pieno di bionde maggiorate e pin-up dalla bellezza convenzionale, bisognava distinguersi. E così, mentre tutte le sue colleghe mostravano scollature frontali sempre più audaci, lei girò le spalle al pubblico… letteralmente!

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La prima immagine ce la mostra in una posa che è diventata il suo marchio di fabbrica: seduta sul pavimento a scacchi, braccia incrociate, gambe perfettamente composte. Notate quella naturalezza nel mostrare le gambe nude? Non c’è malizia, non c’è ostentazione, solo una grazia innata che faceva sembrare tutto così spontaneo. Le gambe di Vikki erano tornite al punto giusto, mai eccessivamente muscolose ma nemmeno troppo esili, perfette per quell’epoca in cui la femminilità si misurava in curve armoniose.
Se avesse messo dei collant sarebbe stata una Bardot Pose ante litteram ma in quegli anni ancora non esistevano i collant.

Vikki Dougan the Back

Ma è nella seconda foto che capiamo davvero il genio di questa donna: distesa sul letto in lingerie nera, riesce a essere tremendamente sexy mantenendo un’eleganza che oggi definiremmo couture. Guardate quelle gambe! La posizione studiata ma mai artificiosa, la curva che parte dal polpaccio e sale verso la coscia in una linea fluida e perfetta. Era l’epoca in cui le donne sapevano valorizzare il proprio corpo senza cadere nella volgarità, un’arte che si sta perdendo.

Vikki diventa famosa negli anni ’50 non tanto per i film (la sua carriera cinematografica fu piuttosto modesta) quanto per le apparizioni pubbliche. Ogni red carpet, ogni première, ogni evento mondano diventava l’occasione per sfoggiare un nuovo abito con la schiena completamente scoperta. I fotografi impazzivano, i giornali la mettevano in prima pagina, e lei diventava sempre più famosa senza nemmeno recitare granché.

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La terza foto è un perfetto esempio del suo stile: look anni ’50 con top nero e gonna fantasia, seduta in una posa che mette in evidenza quelle gambe che erano il complemento perfetto alla sua famosa schiena. Notate la semplicità del look? Niente fronzoli, niente eccessi, solo linee pulite che valorizzavano una silhouette naturalmente armoniosa. Era questo il segreto di Vikki: sapeva che meno è spesso di più.

Il culmine della sua fama arriva quando il famoso fotografo Russ Meyer la immortala in una serie di scatti che faranno il giro del mondo. Non sono foto volgari, ma ritratti di una sensualità raffinata che colpisce per l’originalità dell’approccio. Mentre tutte puntavano sul seno in primo piano, Vikki aveva inventato una nuova forma di erotismo, più sottile e sofisticata.

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La quarta immagine ce la mostra in versione più casuale ma sempre impeccabile: costume a righe, gambe distese al sole, un libro in mano come a dire “sono bella ma ho anche un cervello”. Era questa la sua forza: riusciva a essere provocante senza mai sembrare stupida o superficiale. Le gambe, sempre protagoniste, erano fotografate con quella naturalezza che solo le vere professioniste sanno avere.

Ma la vera consacrazione all’immortalità arriva negli anni ’80, quando Robert Zemeckis e i creatori di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” dichiarano apertamente che il personaggio di Jessica Rabbit è stato ispirato proprio a Vikki Dougan. Quella silhouette a clessidra, quell’andatura felina, quella capacità di essere sexy senza essere volgare: tutto richiamava la “Back” degli anni ’50.

Quello che più mi affascina di Vikki è come sia riuscita a creare un personaggio iconico partendo da un’intuizione geniale: in un’epoca in cui tutte le donne cercavano di attirare l’attenzione mostrando sempre di più, lei capì che il vero fascino stava nel suggerire piuttosto che nell’esibire. I suoi abiti con la schiena scoperta erano audaci ma mai volgari, sensuali ma mai espliciti.

E le gambe? Beh, erano il complemento perfetto di questa strategia. Mentre tutti guardavano la schiena nuda, lei sapeva valorizzare anche le estremità inferiori con quella classe innata che caratterizzava le dive dell’epoca. Gambe sempre perfettamente curate, mai eccessivamente abbronzate (all’epoca il pallore era di moda), fotografate in pose studiate ma mai artificiose.

La lezione di Vikki Dougan va oltre la moda o la bellezza: ha dimostrato che l’originalità paga sempre, che a volte basta un’idea semplice ma geniale per distinguersi dalla massa. E soprattutto, che la vera sensualità non ha bisogno di urlare per farsi notare.

Oggi, nell’epoca degli Instagram e dei social media dove tutti mostrano tutto, forse dovremmo riscoprire la lezione di Vikki: il fascino vero sta nel lasciare qualcosa all’immaginazione, nel suggerire piuttosto che nell’esibire. E chissà, magari è proprio il momento di riscoprire il potere seducente di una bella schiena nuda… sempre che si abbiano le gambe per sostenerla con la stessa eleganza di “The Back”!

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