Le gambe delle donne
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Moulin Rouge: la bellezza che sfida l’insonnia

Devo essere onesto con voi: “Moulin Rouge!” è un film che non sono mai riuscito a guardare dall’inizio alla fine senza addormentarmi. Non fraintendetemi, non è certo colpa della quantità industriale di gnocca del film. È che i musical mi fanno quell’effetto.

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Il paradosso di un capolavoro visivo

Eppure, nonostante questa mia personale battaglia contro il sonno, non posso negare che “Moulin Rouge” sia un tributo straordinario alla bellezza femminile. È un film che, frame dopo frame, celebra l’eleganza, la sensualità e la grazia in tutte le loro forme. E al centro di tutto questo caleidoscopio di magnificenza c’è Nicole Kidman in quello che probabilmente rimane uno dei suoi ruoli più iconici.

Il film di Luhrmann, uscito nel 2001, racconta la storia d’amore tra Christian (Ewan McGregor), giovane poeta squattrinato, e Satine (Nicole Kidman), la stella del celebre cabaret parigino. È una storia che abbiamo già sentito mille volte – La Traviata di Verdi passata al frullatore con Pretty Woman e cosparsa di paillettes – ma qui diventa qualcosa di diverso grazie alla regia visionaria e agli interpreti.

Nicole Kidman: eleganza in movimento

Ma veniamo al punto che ci interessa: le gambe di Nicole Kidman. In “Moulin Rouge”, la Kidman non è solo un’attrice, è una danzatrice, una performer che trasforma ogni suo movimento in poesia visiva. Le sequenze di danza del film, in particolare quelle in cui Satine si esibisce con calze a rete, rimangono impresse nella memoria anche del più distratto degli spettatori.

È impossibile non rimanere colpiti dalla grazia con cui la Kidman si muove nelle coreografie più elaborate. Le sue gambe, valorizzate dai costumi di Catherine Martin (giustamente premiata con l’Oscar), diventano strumenti di seduzione ma anche di espressione artistica. Ogni gesto è studiato, ogni passo è una nota di questa sinfonia visiva che è il film.

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Il trionfo del costume design

I costumi di “Moulin Rouge” meritano un capitolo a parte. Catherine Martin ha creato un guardaroba che è al tempo stesso fedele all’epoca Belle Époque e completamente contemporaneo. I corsetti che stringono la vita di Nicole Kidman a 18 pollici, le calze a rete che accentuano la lunghezza delle sue gambe, i bustier scintillanti che la trasformano in una diva: ogni pezzo è un capolavoro di design.

Le calze a rete, in particolare, diventano un elemento ricorrente che attraversa tutto il film. Non sono un semplice accessorio erotico, ma un simbolo della trasformazione di Satine da donna di strada a stella del music-hall. Quelle calze raccontano una storia di emancipazione femminile attraverso la seduzione e l’arte.

Un musical che divide

“Moulin Rouge” è un film che divide il pubblico come pochi altri. C’è chi lo ama perdutamente, considerandolo un capolavoro visionario che ha ridefinito il musical moderno. C’è chi lo detesta, trovandolo eccessivo, pacchiano, un’orgia di kitsch travestita da alta cultura.

Io mi colloco da qualche parte nel mezzo, con una leggera tendenza verso il gruppo dei “mi addormento ma apprezzo”. Perché, al di là delle mie difficoltà a rimanere sveglio durante la visione, non posso negare che sia un film coraggioso, originale, che ha saputo reinventare un genere che sembrava morto e sepolto.

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La magia del trailer

Ed è proprio per questo che abbiamo deciso di condividere il trailer del film. Perché in quei pochi minuti di montaggio serrato c’è concentrata tutta la magia di “Moulin Rouge”: la musica travolgente, le coreografie mozzafiato, la bellezza abbagliante di Nicole Kidman, l’energia contagiosa di Ewan McGregor.

Il trailer riesce a catturare l’essenza del film senza i suoi (personali) effetti soporiferi. È pura energia visiva, un concentrato di bellezza che ti fa venire voglia di vedere il film… almeno fino a quando non ti siedi effettivamente in poltrona.

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Le gambe che hanno fatto la storia

Tornando alle protagoniste assolute del nostro interesse, le gambe di Nicole Kidman in “Moulin Rouge” rappresentano un punto di riferimento per l’eleganza cinematografica degli anni 2000. Lunghe, perfettamente tornite, valorizzate da calze a rete e tacchi vertiginosi, sono lo strumento attraverso cui Satine seduce non solo i personaggi del film, ma anche noi spettatori.

Le sequenze di danza, in particolare quella di apertura con “Lady Marmalade” e quella drammatica di “Roxanne”, mostrano la Kidman in tutto il suo splendore. Non è solo bellezza fisica, è grazia, è tecnica, è capacità di trasformare il movimento in emozione.

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