Ieri mattina, mentre sorseggiavo il mio caffè sulla terrazza guardando il mare di Malta che inizia già a prendere quei colori più profondi dell’estate che volge al termine, mi è venuto in mente un pensiero che mi perseguita da anni: dove sono finite le belle calze d’autunno?
Lo so, può sembrare strano pensare all’autunno quando qui a Malta abbiamo ancora 25 gradi, ma alla mia età le stagioni le sento diversamente. E soprattutto, ricordo come erano le cose quando ero giovane.

Gli Anni ’70: Quando l’Autunno Significava Calze
Quando ero adolescente negli anni ’70, l’arrivo di settembre aveva un significato molto preciso nel guardaroba femminile: era il momento di tirare fuori le calze. Non quelle sottili dell’estate, ma quelle più consistenti, colorate, spesso con trame interessanti che ci accompagnavano per tutto l’autunno e l’inverno.
Ricordo che mia madre, ogni fine agosto, mi portava al grande magazzino per fare quello che chiamavamo “shopping autunnale”. C’erano intere sezioni dedicate alle calze stagionali: bordeaux, marrone, verde scuro, grigio perla. I display erano curati, invitanti, e le commesse sapevano davvero consigliarti il tipo giusto per ogni occasione.
“Eleanor,” mi diceva mamma, “una signora per bene non esce mai a gambe nude in autunno.” E aveva ragione – allora era davvero così.
Gli Anni ’80: L’Epoca d’Oro della Mia Carriera
Quando ho iniziato a lavorare, ho vissuto in prima persona quello che oggi riconosco come l’ultimo grande momento dell’industria delle calze. Le compagnie aeree erano molto rigide sui dress code, e noi dovevamo sempre apparire impeccabili.
Ma non era solo questione di regolamenti aziendali. C’era una vera cultura delle calze. Le donne di tutte le età le indossavano, non per necessariamente obbligo ma perché facevano parte del loro stile. Nei voli internazionali incontravo signore di ogni nazionalità, e tutte – dalle businesswoman americane alle eleganti parigine – indossavano calze belle.
Ricordo che negli aeroporti duty-free c’erano sempre corner dedicati alle calze di lusso. Wolford, Falke, marchi francesi raffinatissimi. Le passeggere spesso me ne chiedevano consigli, e io ero felice di condividere le mie scoperte.
Il Grande Cambiamento
Ma poi, gradualmente, qualcosa è cambiato. Non è stato improvviso – è stato più come guardare il mare che cambia colore al tramonto, impercettibilmente ma inesorabilmente.
Negli anni ’90 ho iniziato a notare che sempre più donne arrivavano in aeroporto a gambe nude, anche in pieno inverno. All’inizio pensavo fosse una questione climatica – magari venivano da paesi caldi. Ma poi ho capito che era un vero trend.
Il “casual Friday” si è trasformato in “casual everyday”. Le minigonne degli anni ’60 che avevano reso popolari i collant sono state sostituite da jeans e pantaloni. E quando le donne indossavano gonne, sempre più spesso sceglievano di rimanere a gambe nude.

La Tristezza dei Reparti Calze di Oggi
Oggi, quando entro in un negozio di abbigliamento, il reparto calze mi fa venire una certa malinconia. Dove una volta c’erano espositori pieni di colori e fantasie, ora trovo al massimo qualche modello base in nero o carne, spesso relegato in un angolino vicino alle casse.
È come se l’industria avesse gettato la spugna. Invece di investire nel marketing delle calze, nel renderle desiderabili, attraenti per le nuove generazioni, sembra che abbiano accettato il declino come inevitabile.
Mi chiedo spesso: dove vanno ora quelli che una volta erano i “soldi della vanità femminile”? Li vedo andare in reggiseni push-up da 80 euro, in slip di pizzo costosi, in trattamenti di bellezza sempre più sofisticati. Tutte cose bellissime, per carità, ma che tristezza vedere le calze dimenticate!
Un’Opportunità Persa
Quello che mi rattrista di più è che l’autunno sarebbe il momento perfetto per rilanciare le calze. Quando le temperature si abbassano, quando gli outfit diventano più sofisticati, quando si torna a vestirsi “sul serio” dopo l’estate – ecco, quello dovrebbe essere il momento in cui l’industria della moda ci ricorda quanto possano essere belle e utili le calze.
Invece vedo pubblicità di jeans, di stivali, di cappotti, ma quasi mai di calze. È come se avessero dimenticato che una bella calza può trasformare completamente un outfit autunnale.
La Resistenza di Malta
Qui a Malta, in un certo senso, la questione è diversa. Il nostro “autunno” arriva molto più tardi e è molto più mite di quello inglese. Ma proprio per questo, quando finalmente le temperature diventano piacevoli per indossare calze (di solito verso novembre), dovrebbe essere una gioia riscoprirle.
E invece vedo anche qui le giovani donne preferire rimanere a gambe nude anche quando potrebbero permettersi il lusso di una bella calza. Non è questione di caldo – è proprio un cambiamento culturale.

Una Speranza per il Futuro
Ma sapete una cosa? Non ho perso del tutto la speranza. Ogni tanto, passeggiando per Valletta, vedo qualche ragazza giovane che indossa calze colorate o con fantasie interessanti. Mi viene sempre voglia di fermarla e farle i complimenti!
E poi ci sono marchi come quelli che amo io – Wolford, Gerbe, Falke – che continuano a produrre calze meravigliose. Forse non hanno la visibilità di una volta, ma la qualità c’è ancora.
Magari quello che serve è proprio questo: che noi donne che amiamo le calze continuiamo a indossarle con orgoglio, a mostrare quanto possano essere belle ed eleganti. Magari qualche giovane si accorgerà di noi e penserà: “Ecco, anch’io voglio sentirmi così elegante.”
Un Invito per l’Autunno
Allora, care lettrici, quando arriverà il vostro autunno (che sia a settembre nel nord Italia o a novembre qui al sud), vi invito a riscoprire il piacere di una bella calza. Non per nostalgia, ma perché meritate di sentirvi eleganti e femminili.
E chissà, magari se saremo in tante a farlo, l’industria della moda si accorgerà di noi e tornerà a investire in questo meraviglioso accessorio.
Nel frattempo, io continuerò a godermi le mie calze autumn qui a Malta, anche se dovrò aspettare ancora qualche mese per il clima giusto!
Voi cosa ne pensate? Sentite anche voi la mancanza delle belle calze d’autunno di una volta?

