Nel panorama cinematografico degli anni ’90, pochi film hanno avuto l’impatto culturale di “Pretty Woman“. La moderna favola di Cenerentola ha fatto sognare milioni di spettatori, ma per noi appassionati di bellezza femminile conserva alcuni tesori nascosti che rischiano di passare inosservati tra sorrisi, lacrime e colonna sonora indimenticabile.
Due momenti che meritano attenzione
Tra tutte le scene iconiche del film – dall’abito rosso all’opera allo shopping su Rodeo Drive – ce ne sono due che catturano particolarmente l’attenzione di chi apprezza i dettagli della femminilità: il momento in cui Vivian si toglie quegli iconici stivaloni neri rivelando di indossare calze di nylon, e la sua dichiarazione orgogliosa “ma io non li porto i collant!”.
Sono momenti fugaci, ma significativi. In un film che racconta di trasformazione e di cambiamento sociale, questi dettagli sull’abbigliamento intimo femminile diventano quasi dei simboli.
Il look originale di Vivian: tra provocazione e stile
Quando conosciamo Vivian Ward all’inizio del film, il suo look è studiato per rappresentare una donna di strada: miniabito bianco e blu con dettagli cut-out, e quegli indimenticabili stivaloni di vernice nera che arrivano fino alla coscia. Un look che la costumista Marilyn Vance aveva creato con una precisa filosofia: nascondere quello che Julia Roberts definiva scherzosamente il suo “sedere grosso”.
Ma sotto quegli stivaloni, come scopriamo nella scena qui sopra, Vivian indossa calze di nylon. Un dettaglio che potrebbe sembrare banale, ma che in realtà racconta molto del personaggio: anche nella sua vita ai margini della società, Vivian conserva una certa femminilità, una cura di sé che va oltre l’apparenza superficiale.
“Io non li porto i collant!”
L’altra scena che abbiamo deciso di condividere è quella in cui Vivian dichiara con orgoglio di non portare i collant. È un momento che molti spettatori ricordano con un sorriso, ma che per noi ha un significato particolare. In quella frase c’è tutta la spontaneità di una donna che non si conforma alle convenzioni sociali, che ha le sue regole anche nell’abbigliamento. E Julia Roberts può permettersi il lusso di non mettere le calze, anche se spesso le usa.
L’evoluzione del personaggio attraverso i costumi
La genialità di Marilyn Vance sta proprio nell’aver raccontato l’evoluzione di Vivian attraverso i suoi outfit. Dagli stivaloni e miniabiti dell’inizio, passiamo al sofisticato tubino nero per la cena, fino all’abito rosso dell’opera che doveva inizialmente essere nero ma che la costumista convinse il regista a cambiare.
Ogni cambio di look segna una tappa della trasformazione del personaggio, ma quello che ci colpisce è che anche il Vivian “iniziale” non manca di una sua eleganza. Quelle calze di nylon sotto gli stivaloni sono la prova che la classe non si acquisisce, si ha o non si ha.
Julia Roberts: bellezza naturale e talento
Julia Roberts al tempo di “Pretty Woman” aveva 22 anni ed era praticamente sconosciuta. Il film la lanciò verso la fama mondiale, e non solo per il suo sorriso luminoso. In quei costumi, anche i più provocanti, Julia riusciva a mantenere una grazia naturale che rendeva credibile il suo personaggio.
Gli stivaloni, che lei stessa ha definito “davvero scomodi”, non riuscivano a nascondere l’eleganza innata di questa ragazza della Georgia che stava conquistando Hollywood. E quando si toglieva quegli stivali, rivelando le calze di nylon, emergeva tutta la sua femminilità naturale.
Il fascino duraturo di Pretty Woman
A più di 30 anni dall’uscita, “Pretty Woman” continua a essere un punto di riferimento per la moda e il costume. L’abito a pois della scena della partita di polo (ispirato ad Audrey Hepburn in “My Fair Lady”) viene ancora replicato dai designer, e l’abito rosso dell’opera è considerato uno dei vestiti più iconici della storia del cinema.
Ma per noi è importante ricordare anche questi momenti più intimi e meno celebrati: una donna che si toglie gli stivali dopo una giornata di lavoro, rivelando la cura che dedica anche ai dettagli nascosti del suo abbigliamento. In questo gesto c’è tutta la femminilità di Vivian, e tutto il talento di Julia Roberts nel renderla credibile.